L’istituto di Chimica dei Composti Organometallici, costituito nel 2003 dall’accorpamento di un istituto (ISSECC) con sede a Firenze con tre centri localizzati presso i Dipartimenti di Chimica degli atenei di Bari, Firenze e Pisa, è notevolmente cresciuto negli ultimi anni acquisendo numerose unità di personale soprattutto nella sua articolazione pisana e fiorentina. La fusione di più centri di ricerca che hanno condotto alla nascita di ICCOM ha fatto sì che anche le collaborazioni scientifiche del nuovo istituto di ricerca del CNR ne abbiano tratto beneficio cosicché la vasta rete di collaborazioni che gli organi afferenti erano andati costituendo e consolidando nell’arco della loro pluriennale esistenza ereditata da ICCOM al momento della sua costruzione, ha potuto crescere ulteriormente negli anni traendo beneficio dall’aggregazione in una singola entità scientifica di competenze differenziate di natura sperimentale e teorica. Tali competenze spaziano dalla chimica organica, inorganica ed organometallica, alla chimica-fisica e supramolecolare, per comprendere anche la chimica analitica, farmacologica, la chimica teorica e computazionale e quella che si occupa dei materiali polimerici. Elevate sono infine le competenze nelle tecniche spettroscopiche avanzate (risonanza magnetica e ottica) applicate alla protezione dell’ambiente, alla salute ed alla conservazione dei beni culturali. ICCOM beneficia delle competenze delle URT stabilite presso l’Ateneo di Trieste (2008: catalisi eterogenea) e quello di Camerino (2014: chimica dei materiali ad elevata porosità).
La rete di attività di ricerca dell’ICCOM è al momento rappresentata da oltre 380 accordi di collaborazione che si estendono geograficamente attraverso 24 paesi sparsi in 4 continenti e comprendono competenze scientifiche ben differenziate con altre Università, Enti di Ricerca, Industrie, Consorzi ed altre strutture (musei) che rendono conto della brillante attività scientifica e dell’importante posizionamento internazionale dell’istituto in cui operano oltre a 50 ricercatori del CNR, (28 nella sede di Firenze, 21 nella UOS Pisa e 5 nella UOS Bari), altrettante unità di personale in formazione (borsisti, assegnisti, studenti di dottorato e visitatori provenienti da altri laboratori di ricerca, spesso stranieri) oltre a numerosi associati universitari.
Le numerose collaborazioni sono pienamente giustificate alla luce delle ambizioni scientifiche che ispirano il lavoro di ricerca multiforme che caratterizza CNR-ICCOM, un istituto che intende proporsi come struttura all’avanguardia in settori di forte impatto applicativo, in primis nel campo della chimica sostenibile e dell’energia da fonti rinnovabili.
Numerose prestigiose collaborazioni nazionali ed internazionali riguardano la produzione e lo stoccaggio di idrogeno e la produzione di energia elettrica dal solare; ne sono esempio le collaborazioni che riguardano la produzione combinata di idrogeno e chemicals da risorse rinnovabili (Virginia USA; Padova, Trieste), la progettazione e la realizzazione di celle a combustibile a basso tenore di platino (Guangzhou, PRC; Cellera Inc., IL; Toulouse, F; Tokuyama Corp, J), la sintesi di nuovi materiali per lo stoccaggio di idrogeno e il suo rilascio “on demand” (Leibnitz Institute for Catalysis, Rostock, D; EPFL, Lausanne, CH; Rennes, F; Cambridge, UK; Sevilla, E; Milano, Milano Bicocca; Camerino), la progettazione e la sintesi di nuovi coloranti organici per la preparazione di celle solari DSSC integrabili in arredi urbani (Siena, Perugia, Tor Vergata Roma; Göteborg, S), lo sviluppo di materiali ibridi per applicazioni nel fotovoltaico e per l’elettronica (Erlangen, D; Reggio Emilia, Pisa, Tor Vergata Roma, Campobasso, Bari, Salento). A queste si aggiungono collaborazioni nel settore del riciclo di componenti pregiati nelle batterie al litio (Consorzio COBAT Roma), nello sviluppo di tecnologie per la cattura e valorizzazione del biossido di carbonio sia mediante ossifunzionalizzazione selettiva di molecole “target” (Trieste, Padova, Bari) che attraverso processi catalitici omogenei ed eterogenei (Siena), fotocatalitici (Bari, Trieste) ed elettrocatalitici (ETHZ, Zurigo, CH; Wellington, NZ) di riduzione della CO2 per la produzione di combustibili e prodotti C1 (MeH, MeOH, HCOOH) per una nuova chimica non basata sugli idrocarburi fossili (TU Wien, A; LIKAT Rostock, D; EPFL Lausanne, CH). Altrettanto importante sono le collaborazioni che alimentano la linea di ricerca per la trasformazione catalitica di prodotti derivanti dalla biomassa vegetale in molecole ad alto valore aggiunto di interesse sia per l’industria chimica fine che per quella facente capo ai comparti del farmaco così come, in genere, lo sviluppo di processi catalitici selettivi ed efficienti con un’attenzione particolare rivolta al raggiungimento di standard di stretta compatibilità ambientale [chimica in acqua (Lens, F; EPFL Lausanne, CH; Almeria, E) e su catalizzatori supportati (Nippon Kodoshi, J; Solvay Polymer, I)]. Un altro settore in cui ICCOM è all’avanguardia e da cui discendono notevoli collaborazioni riguarda lo sviluppo di nuove metodologie e strumentazioni analitiche per la determinazione qualitativa e quantitativa di campioni di diversa origine presenti in tracce ed ultra-tracce in ambito sia biologico che chimico, spaziando quindi dall’analisi ambientale a quella dei materiali (NSC Ottawa, CAN; Florianopolis, BRA; Xiamen, PRC; Seattle, USA; Guanajuato, MEX, Università di Pisa), dalla diagnostica industriale (ENEL, Academy of Science of Czech Republic), alla conservazione dei beni culturali (INSTM, Pisa, Firenze; Victoria & Albert Museum, London, UK). Apparecchiature avanzate, come spettroscopia atomica, elettrochimica, cromatografia, risonanza magnetica, sia paramagnetica (EPR) (Università di Pisa e Trieste; Universitad del Pais Vasco, E; che nucleare (NMR) (Università di Pisa, Napoli, Salerno, Palermo, Milano, Firenze, Twente, NL; Jagellonian University, Gdansk and Istitute of Nuclear Physics, PL; Norwegian University e BIOFORKS, N; IIT Genova, I; Scuola normale superiore di Pisa), Laser-Induced Breakdown Spectroscopy (LIBS) (ENEL, Marwan Technology, I; CBPF, BR) spettroscopia micro-Raman, di fluorescenza X e di imaging multispettrale, anche accoppiato a sistemi innovativi per la ricostruzione fotogrammetrica 3D senza laser, sono disponibili nei nostri laboratori e sono fondamentali per il mantenimento di collaborazioni di frontiera con partner nazionali e internazionali.
Numerose sono le collaborazioni che nascono dalle competenze nell’ambito della chimica dei materiali polimerici (BASF Polymers; DOW Chemical Company CH, Gröningen NL; Università di Pisa e Palermo, Condencia Chimica, E; Scuola Normale Superiore di Pisa) e nella sintesi e caratterizzazione di nanocompositi polimerici multifunzionali (Sasol, D; Rouen, F; Aston, UK, Università di Milano, Napoli, Brescia, Padova, Milano e Genova, AIITPI, S; Avanzare, E) e nell’ambito della reattività chimica in condizioni estreme di pressione (LENS, ELETTRA Trieste; Grenoble, F) ed in quelle che originano dal gruppo vitale di ricercatori che operano nell’ambito della chimica teorica rivolta allo sviluppo di nuovi modelli e metodi computazionali per lo studio di sistemi e processi rilevanti nella chimica dei materiali (Graz, A; Missisippi, USA; Heyrovsky Praga, CZ, Tromso, N; Shan Dong, PRC; Università di Vigo, Murcia, Madrid e Malaga, E; Francoforte, Düsseldorf D, Nantes, F; Beijing, PRC; Rio Grande do Sul, BR; PENN, USA; KTH, S; Bauhus, IWR, D; ASCR, CZ; Queen Mary, UK; Coimbra, P; Università di Venezia, Reggio Emilia, Napoli), nell’energia (Pacific Northwestern NL, USA; Argonne NL, USA; Caltech, USA; Montpellier, F; Università di Pisa, Napoli, Firenze) e nelle applicazioni biomediche e farmacologiche delle scienze molecolari (Max Planck, D; CNRS, F; Pisa; Jyvaskyla, FL; Linköping, S; Göttingen, D; Toulouse, F; Girona, E; Lund, S; Humboldt, D). Restano infine da menzionare le numerose collaborazioni, spesso consolidate da anni di proficua progettualità comune, che originano dalle competenze che l’Istituto può vantare negli ambiti delle scienze molecolari applicate alla sintesi, caratterizzazione e reattività di composti inorganici [fosforo: ETHZ Zurigo, CH; LMU Monaco, D; Regensburg, D; Kazan, RUS; Gdansk, PL. Chimica degli idruri metallici: INEOS Mosca, RUS; Oxford, UK; Torino], organometallici [Irvine, USA; Vigo, Almeria, Barcelona, Valencia, E; Paris, Dijon, Toulouse, Strasbourg, F] ed organici [Rouen, F; Budapest, H; Geneve, CH; Bielefeld, D; Pavia, Milano Bicocca, Bologna, Pisa, Firenze, Salerno, Bari], solo per citare alcune delle collaborazioni principali.
Nel complesso sono numerose le collaborazioni che coinvolgono le Università (152) e gli Enti di Ricerca italiani (67), paragonabili per numero e qualità dei risultati prodotti alla ricerca svolta in collaborazioni trans-nazionali, che coinvolgono un gran numero di Università ed Enti di Ricerca stranieri (121). Tra queste ultime, particolarmente significative per numero sono le collaborazioni con istituzioni spagnole (26), francesi (23) e tedesche (14) (Figura 1). Non mancano tuttavia collaborazioni con prestigiose Università americane (Harvard, Caltech, Seattle, Mississippi, Penn State, Brown, Northwestern, Chicago; e con due laboratori nazionali: Argonne Nat Lab, Pacific Northwestern Nat Lab), canadesi (NRC Ottawa), brasiliane (San Paolo, Rio Grande do Sul, Porto Alegre, Florianopolis), russe (Kazan Federal University), cinesi (Guangzhou, Beijing, Xiamen) e neozelandesi (Wellington). Di notevole importanza, soprattutto per il loro intrinseco valore sinergico di ottimizzazione delle risorse e delle competenze in settori di ricerca affini, sono anche le numerose collaborazioni scientifiche con ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche afferenti ad altri istituti del DSCTM e di altri Dipartimenti e con istituzioni appartenenti ad altri enti pubblici di ricerca sia italiani (ENEA, INFM, Istituti sperimentali) che stranieri (Istituto Max Planck, CNRS, CSIC, RAS (INEOS Mosca, Kazan, Arbuzov Institute, Kazan; Razuvaev Institute, Nihzny Novgorod).
La proiezione dell’Istituto verso i bisogni e le richieste del mondo produttivo per l’ottenimento di nuove tecnologie, di nuovi materiali e di molecole di sintesi ad alta selettività, si evidenzia in un numero cospicuo e crescente di collaborazioni con diverse realtà industriali sia italiane che straniere (44).
Nel corso degli anni 2011-2014 sono stati stipulati contratti di ricerca con industrie italiane e straniere tra cui, solo per citarne alcune BASF, Sasol Germany GmbH, Enel, Dow Chemical Company, Thermphos Int. BV, Worgas, Belenos, Solvay Polymers.